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Grace Kelly in Rear Window

Alfred Hitchcock amava ogni suo film, e lo amava nei minimi particolari. Ed amava Grace Kelly, la sua eleganza, il suo innato gusto. 

 

Estate 1954, Greenwich Village, interno casa.

Ma con la finestra rigorosamente aperta.

Jeff (James Stewart), avventuroso tanto quanto affascinante fotoreporter, passa le sue giornate immobilizzato a causa di una frattura alla gamba, ma la sua sete di sano voyeurismo viene alimentata dalla vista sul cortile da cui può godere del quotidiano spettacolo umano del variegato vicinato. Ad irrompere nell’oziare delle sue giornate alla finestra, arriva Lisa (Grace Kelly), rampante e bellissima giornalista di moda, giovane e decisamente classy. Ma soprattutto perdutamente innamorata di Jeff e determinata nel conquistarlo per portarlo al tanto avverso altare. 

La pellicola di Hitchcock, scandita da battute argute e attuali, gioca da subito sui particolari, sulla capacità che i protagonisti, così come lo spettatore, hanno di osservare oltre che vedere. È un invito alla scoperta che si snoda non solo attraverso il giallo del signor Thorwald, ma anche attraverso l’evoluzione del rapporto che il protagonista ha con Lisa e con se stesso.

È qui che nasce spontaneo legare il discorso ai costumi, parte integrante degli avvenimenti, co – protagonisti a pieno  titolo del film, immersi anch’essi nelle avvolgenti atmosfere color pastello ravvivate dai sapienti giochi di scuri e luci.

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Alfred Hitchcock ha infatti un’idea molto precisa sul ruolo centrale che avranno i costumi nel suo film, cioè quello di raccontare il contrasto tra le personalità opposte dei due protagonisti. La sofisticata Lisa “quella Lisa che non porta mai lo stesso vestito due volte” ed il trasandato Jeff, abituato a stivali sporchi di fango con cui saltare dalla jeep in corsa. Questo arduo compito viene affidato alla costumista prediletta dal regista, Edith Head. Sarà lei la più fedele e stimata collaboratrice del regista, tanto da aggiudicarsi il podio di miglior costumista con la quale Hitchcock abbia mai lavorato. Sul set della Finestra sul cortile nasce un altro perfetto matrimonio, quello tra la Kelly ed Edith Head, che per la prima volta vestirà l’attrice instaurando con lei una profonda sintonia professionale e umana, fatta di pranzi insieme in atelier tra confidenze e risate. Edith vestirà la Kelly in ben quattro film e nella sua autobiografia “Edith’s Hollywood” rimasta incompleta e poi portata a termine da Paddy Calistro, afferma che se avesse dovuto scegliere la sua attrice preferita, quella sarebbe stata senza dubbio Grace Kelly. Con 35 nominations all’Oscar e otto premi vinti, Edith Head si guadagna anche una stella nella famosa Walk of Fame, dopo aver lavorato a tanti altri film tra cui Colazione da Tiffany, Eva contro Eva, Viale del tramonto, Vacanze romane, Caccia al ladro, Sabrina, La donna che visse due volte, Sansone e Dalila, La stangata, Gli uccelli. Fun Fact: la frangia nera e il suo metro e 56 di altezza hanno ispirato il personaggio della tostissima stilista Edna Mode nel film di animazione Pixar “Gli incredibili” del 2004.

Torniamo però ai contrasti.

Il primo a cui è sottoposto lo spettatore è proprio quello tra l’abbigliamento intimo e casalingo di Jeff e quello da haute couture di Lisa. Lui vestito ma in un certo senso nudo, spogliato della sua personalità abituata ad essere dietro un obbiettivo fotografico e non dietro una finestra, e lei vestita in modo assolutamente impeccabile, con una cura maniacale fino all’ultimo dettaglio, come una bambola di porcellana, delicata, intoccabile, perfetta. Troppo per Jeff.

Contrasto che rimanda inevitabilmente alla dimensione  fisicamente ed emotivamente passiva/statica di Jeff rispetto agli avvenimenti esterni che a breve lo coinvolgeranno e rispetto alle palesi avances di Lisa che invece ha un ruolo decisamente dinamico e attivo, messo in risalto da quelli che saranno tra i look più indimenticabili della storia del cinema.

Il protagonista, ovviamente costretto in casa, può indossare solo una serie di eleganti pigiami classici in una palette di colori pastello che spazia dal tortora, alla carta da zucchero fino al lavanda pallido.

Unico vezzo, è l’orologio Tissot con cinturino in pelle color cuoio che scandisce lentamente il tempo delle sue giornate.

Lisa, avvezza alla moda per lavoro e per passione, sfoggia dei veri e propri capolavori di gusto e sartoria, sei per l’esattezza.

La sua prima apparizione è teatrale in tutti i sensi. Si presenta accendendo le tre luci degli abat-jour della sala scandendo per ciascuna di queste il suo nome completo: Lisa Carol Freemont.

Riflettori puntati sull’abito “Ligne Corolle” arrivato in diretta da Parigi (modello che sarà lanciato da Crhistian Dior solo l’anno successivo), sul suo corpetto nero a mezze maniche che fa da cornice alle spalle semiscoperte e ad un sensuale scollo a V sia sulla schiena che sul decolletè rigorosamente illuminato da un filo di perle. Una sottile cintura nera esalta il vitino da vespa dell’attrice e prelude alla nuvola di candido e soffice chiffon bianco che compone la vaporosa gonna tre quarti impreziosita da fini motivi ramage neri. Non meno importanti sono gli accessori che completano il look, come lo scialle anch’esso in chiffon bianco, i pregiati guanti in brillante seta bianca e i sandali color nero fiammante. A far brillare il look, un filo di rossetto cremisi acceso che si intona perfettamente al biondo caldo e luminoso dei capelli dell’attrice.

Altrettanto teatrale è la battuta con cui Lisa risponderà al “quando ti rivedrò?” di Jeff lasciando l’appartamento dopo la loro lieve querelle.

“…per molto tempo, o comunque… non prima di domani sera!”

 

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Ça va sans dire eccola tornare alla carica appena ventiquattro ore dopo, stavolta in un meraviglioso total black, colore che fa quasi presagire la svolta noir dell’omicidio ai danni della moglie del Signor Thorwald. Stesso trucco e stessa pettinatura che si abbinano perfettamente all’abito in organza di seta plissettata completato da un bolerino dello stesso tessuto.          I giri di perle al collo diventano tre e due piccoli orecchini di perle corredano il look.

Si entra ormai nel vivo della vicenda che vede il signor Thorwald, dirimpettaio di Jeff, sospettato come artefice dell’omicidio della moglie (uno dei diversi rimandi del regista alle brutture della vita matrimoniale). Jeff deciso ad indagare e risolvere il caso si servirà dell’aiuto della fidata domestica/consigliera/infermiera Stella, di Lisa e dell’amico e colonnello Doyle che appare in un completo classico grigio carta da zucchero quasi a rimarcarne la razionalità in contrasto con la passione dei neo invstigatori. L’unica concessione leziosa è un panama con la fascetta  dello stesso tessuto e colore del completo.

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La terza uscita, per utilizzare un gergo da sfilata, vede protagonista il famoso completo Eau de Nil “Acqua del Nilo”. Lisa abbandona il black&white e il romanticismo delle gonne ampie e vaporose a favore di un tailleur verde menta dalle linee pulite ed essenziali. La giacca, portata con le maniche a tre quarti che conferiscono un senso di rilassatezza al look, ha il collo rotondo e semi rigido ed è in leggero lino proprio come la gonna a tubo midi strizzata da una cintura in vernice bianca.

Ad arricchire la semplice eleganza di questo completo ci pensa il cappellino a tamburello bianco con una romantica veletta che nasconde una nuova pettinatura, stavolta raccolta in uno chignon. Il bianco viene ripreso dal top in seta incrociato con scollo all’americana che lascerà scoperta la schiena di Lisa non appena toglierà la giacca. Impossibile non notare il bracciale a quattro fili di perle con montatura in oro giallo e charms e gli orecchini a disco che si allineano perfettamente alla modernità di questo completo.

In quest’occasione c’è l’incontro/scontro di opinioni tra Lisa, Jeff e il colonnello Doyle, scettico sulle teorie dei due, in particolar modo su quelle di Lisa, in quanto apparentemente frivola e soprattutto donna. Le indagini si fanno impegnative e Lisa decide che è il caso di passare la notte da Jeff, e per l’occasione non si fa certo trovare impreparata estraendo dalla sua raffinata 24 ore nera un’impalpabile negligèe in preziosa seta rosa pallida con riflessi argentei e pantofoline coordinate, che lei chiamerà “un’anteprima delle prossime attrazioni”. Lontane dalla finestra e più vicine alla camera da letto.

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Con il nuovo giorno riprendono le indagini sul caso Thorwald ed ecco un altro cambio d’abito, che prelude ai ritmi avventurosi e rocamboleschi che da lì a poco travolgeranno Lisa. Lo spettatore potrà godersi la scena in cui Lisa, in un abito senza maniche in seta bianca d’organza su cui spiccano stampe floreali color oro, si arrampica con la sua solita e innata grazia fino all’appartamento del presunto omicida. Ad accrescere la tensione delle scene, ci pensano uno splendido paio di alte dècolltè color cuoio. Sempre presente, seppur in misura ridimensionata, l’accoppiata vincente di orecchini e filo di perle.

Si arriva all’epilogo dello spinoso caso Thorwald che vede finalmente in manette lo spietato vicino e nuove convinzioni affiorare tra lo scetticismo di Jeff e del colonnello Doyle nei confronti delle qualità tutt’altro che superficiali e frivole di Lisa.

L’ultima scena ci porta a qualche giorno dalle ultime peripezie, le acque ormai si sono calmate e si respira un clima di pacifica serenità all’interno dell’appartamento di Jeff che, dopo lo scontro con il signor Thorwald, si è procurato un’altra gamba rotta, rimandando ancora di un po’ il ritorno alla tanto agognata libertà.

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A vegliare appagata su di lui, c’è Lisa che si presenta in un look inedito. Camicia maschile in cotone color salmone con colletto botton-down e maniche arrotolate, un paio di aderenti blu jeans che lascia scoperte le sensuali caviglie e mocassini testa di moro.

Stavolta però l’accessorio più originale è il libro dal gusto decisamente mascolino che Lisa cinge tra le mani e che finge di leggere con interesse: “Beyond the High Himalayas” recita il titolo in copertina. Ma l’apparente metamorfosi di Lisa non è altro che l’ennesima astuzia per compiacere Jeff. Non appena lui cadrà addormentato Lisa non esiterà a sfoderare l’ultimo numero (il beauty Issue dell’ottobre 1953 per l’esattezza) di Haarper’s Bazaar.

È sempre Lisa, quella che se c’è una cosa che sa fare è vestirsi adeguatamente. E con una certa arguzia.