
Discorsi da Oscar
Dai Golden Globe agli Oscar, le cerimonie di premiazione sono state ricche di interventi memorabili.
Archiviati gli Oscar 2020, andati in scena al Dolby Theatre di Los Angeles lo scorso 9 febbraio, si è conclusa la stagione dei più importanti festival cinematografici anglosassoni che comprende, oltre ai premi dell’Academy, i Golden Globe, i SAG Awards e i BAFTA.
Le quattro cerimonie di premiazione che si sono tenute dal 5 gennaio al 9 febbraio ci hanno lasciato in dote spunti di riflessione interessanti, a partire dai film in lizza per un riconoscimento: il 2019 è stato un anno davvero ricco di pellicole di livello.
Su tutte, “Parasite” del regista sudcoreano Bong Joon-ho, che ha suggellato la vittoria come miglior film in lingua straniera ai Golden Globe e ai BAFTA aggiudicandosi, tra gli altri, un Oscar come miglior film, diventando il primo film straniero di sempre a ottenere questo riconoscimento.
Quattro poker, invece, per i premi individuali, che hanno rispettato le attese: Joaquin Phoenix miglior attore protagonista per “Joker”, Renée Zellweger miglior attrice protagonista per “Judy”, Brad Pitt miglior attore non protagonista per “C’era una volta a… Hollywood” e Laura Dern miglior attrice non protagonista per “Storia di un matrimonio”.
A ogni premio il suo discorso, capace di fissare pochi minuti nella memoria dei presenti in sala e non solo. Il riconoscimento passa quasi in secondo piano.
Gli addetti ai lavori sfruttano il poco tempo che viene messo a loro disposizione per intervenire sugli argomenti più disparati, nei modi più disparati: ringraziamenti e dediche a colleghi o familiari, omaggi ai mostri sacri del cinema e battute dissacranti, ma soprattutto interventi su tematiche politiche e sociali.
Dai Golden Globe agli Oscar, abbiamo rivisto e selezionato i discorsi più iconici, strappalacrime, divertenti e irriverenti. Ne sono uscite 7 – discutibili – categorie, ognuna con i relativi esempi:
IL “POLITICALLY SCORRECT”
Poteva mancare la voce fuori dal coro? Chi, con qualche dichiarazione sopra le righe, potesse suscitare ilarità e imbarazzo al tempo stesso? Certo che no.
Ricky Gervais – Golden Globe
Il comico e attore britannico, alla sua quinta conduzione non consecutiva dei Golden Globe, apre le danze con un monologo che mette in imbarazzo l’intero star system presente al Beverly Hilton Hotel. Ne ha per tutti: Joe Pesci diventa Baby Yoda; Martin Scorsese è troppo piccolo per andare sulle “giostre” Marvel che tanto snobba; la fidanzata di DiCaprio, dopo tre ore di premiére di “C’era una volta a… Hollywood”, è diventata troppo vecchia per lui e così via… Quella di Gervais, però, è anche una provocazione collettiva su diversi temi che toccano Hollywood da vicino, come la concorrenza spietata di HBO e Netflix, la quasi assenza di candidati di colore nelle categorie principali e il paradosso di Apple, che si butta nel mondo televisivo con un drama – “The Morning Show” – legato all’importanza della dignità umana ma che gestisce fabbriche disumane in Cina. E poi, la chiusa: “Se vincete, salite sul palco, accettate il premio, ringraziate il vostro agente e il vostro Dio e andate a farvi fottere”. Inutile dirlo: la faccia imbarazzata di Tom Hanks è già diventata un meme virale.
Brad Pitt – BAFTA
Lo scapolo d’oro di Hollywood non era presente alla cerimonia dei premi d’Oltremanica ma ha comunque conquistato tutti. Nel suo discorso, letto con disinvoltura da Margot Robbie, Brad ha aperto ironizzando sulla Brexit: “Ehi, Gran Bretagna, ho sentito che sei appena diventata single, benvenuta nel club! Spero che tu possa ottenere il meglio dall’accordo di divorzio”, chiudendo con la delicata separazione del principe Harry e di Meghan Markle dalla Royal Family: “Brad dice che chiamerà il premio “Harry” perché anche lui sarà davvero contento di venire negli Stati Uniti”. Se ve lo steste chiedendo: sì, tra i presenti c’erano William e Kate.
Bong Joon-ho – Oscar
Quella dell’Academy è stata indubbiamente la notte di Parasite e di Bong Joon-ho, che con l’omaggio a Martin Scorsese ci ha regalato uno dei momenti più commoventi della serata. Dopo i ringraziamenti agli altri registi in lizza per un riconoscimento, però, ecco arrivare una chiusa davvero “politically scorrect”: “Grazie! Berrò fino a domani mattina”.
IL RAZZISMO HOLLYWOODIANO
C’è chi è salito sul palco non per strappare una risata, ma per creare consapevolezza sulle profonde disuguaglianze a Hollywood, siano esse di razza o di genere.
Joaquin Phoenix – BAFTA
Il Joker ha parlato di “razzismo sistemico”, là dove per sistema si intende quello di Hollywood. Phoenix ha detto di sentirsi “privilegiato” per il premio ricevuto, ma anche “in conflitto”, perché molti suoi colleghi che magari lo meritavano non hanno potuto godere del suo stesso privilegio. Il riferimento è alla mancanza di diversi attori di colore tra i candidati delle diverse categorie, ai BAFTA ma non solo. Il cambiamento, per Phoenix, deve partire dagli attori stessi, artefici di un vero e proprio “sistema di oppressione”.
Janelle Monáe – Oscar
La cantante e attrice statunitense ha aperto la notte degli Oscar con un’esibizione da standing ovation, un medley in cui ha celebrato la diversità nelle sue molteplici forme. Prima con una versione rivisitata della sua canzone “Come Alive”, in cui la strofa “That’s when I come alive like a schizo running wild” diventa “It’s time to come alive because the Oscars is so white”: un chiaro riferimento ai pochi candidati di colore ai premi dell’Academy; poi con un’altra frecciatina per le poche candidate femminili al premio per la miglior regia: “Stasera celebriamo tutto il fantastico talento in questa stanza, celebriamo le donne che hanno diretto film fenomenali”.
Joaquin Phoenix – Oscar
Di tutti gli interventi che ha tenuto, quello agli Oscar è stato forse il più diretto, incisivo, intenso. Phoenix eleva il tema del razzismo a un livello più alto, lo rende parte di un problema più grande parlando di “lotta alle ingiustizie” e chiama in causa, ancora una volta, gli attori, che come lui hanno il potere di “dare voce a chi non ce l’ha”. Infine ricorda il fratello River, scomparso nel 1993, citandone una frase: “Corri verso il rifugio con amore e la pace seguirà”.
LA DISUGUAGLIANZA DI GENERE E I DIRITTI DELLE DONNE
Un tema molto sentito, soprattutto a Hollywood, che può essere considerato una forma di razzismo: così come si fanno notare i pochi attori di colore tra i candidati ai premi, si può porre l’accento sulle poche donne tra i candidati alla miglior regia. Ma il tema dei diritti – spesso negati – delle donne è molto più ampio e diverse quote rosa del cinema hanno preso la parola per affrontarne alcuni.
Michelle Williams – Golden Globe
Miglior attrice protagonista in una mini-serie o film televisivo con “Fosse/Verdon”, Michelle Williams ha parlato di aborto e di come, a volte, “a una donna possa accadere qualcosa che il proprio corpo non ha scelto”. Ha poi ringraziato di vivere in un momento in cui le è stato possibile scegliere “quando avere un figlio e con chi” e, sul finire del discorso, ha fatto un appello alle donne “dai 18 ai 118 anni”: “Quando sarà tempo di votare, per favore fatelo nel vostro interesse personale. È quello che gli uomini fanno da anni”. Un intervento che ha diviso, quello della Williams, ma che ha sicuramente lasciato diversi spunti di riflessione.
Brie Larson, Gal Gadot e Sigourney Weaver – Oscar
Chi meglio di Captain Marvel, Wonder Woman e Ellen Ripley per ricordare al mondo che “tutte le donne sono supereroine”? Il trio ha toccato con ironia il tema della disuguaglianza di genere a Hollywood annunciando un fight club subito dopo la cerimonia – aperto anche ai maschi. Gal Gadot ha tirato la stoccata finale: “Chi perde dovrà rispondere alla domanda dei giornalisti: ‘Come ci si sente a essere una donna a Hollywood?'”
LA POLITICA (DI TRUMP)
Bene o male, l’importante è che se ne parli. Del presidente degli Stati Uniti se ne parla – male – spesso e volentieri. Già nel 2016, alla vigilia delle presidenziali americane, le celebrities erano scese in campo contro Donald Trump: il regista di “The Avengers” Joss Whedon aveva chiamato a raccolta diversi attori per convincere i cittadini americani ad andare a votare. Non per Trump. Sono passati quattro anni e la situazione non sembra essere cambiata: “The Donald” continua a non godere dell’apprezzamento di gran parte del jet set hollywoodiano.
Patricia Arquette – Golden Globe
Premiata come migliore attrice non protagonista in una serie per la sua interpretazione in “The Act”, la Arquette si è scagliata contro Trump, parlando di un Paese “sull’orlo di una guerra” e di un presidente che “twitta minacciando di bombardare 52 siti, tra cui siti culturali”. Il riferimento era al momento di tensione fra Stati Uniti e Iran dopo l’attentato al generale iraniano Qassem Soleimani.
Brad Pitt – Oscar
Dalla crisi fra Stati Uniti e Iran al processo di impeachment contro Trump. Tocca a Brad Pitt: “Mi hanno detto che ho solo 45 secondi qui sul palco, che è comunque più di quanto il Senato abbia concesso a John Bolton questa settimana. Penso che forse Tarantino ci farà un film. Alla fine gli adulti fanno la cosa giusta“.
LA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE
Mai come oggi il tema del cambiamento climatico tocca così da vicino l’opinione pubblica: sulla scia del fenomeno Greta Thunberg, sempre più persone si spendono in appelli per la salvaguardia del nostro pianeta, attori compresi, a partire dall’adozione di uno stile di vita sostenibile e a basso impatto ambientale.
Russel Crowe – Golden Globe
L’attore australiano non ha partecipato alla cerimonia di premiazione dei Golden Globe per rimanere al fianco della sua famiglia in un’Australia devastata dagli incendi. Questo il suo messaggio, letto da una commossa Jennifer Aniston: “La tragedia che sta avvolgendo l’Australia è dovuta al cambiamento climatico, puntiamo sulle energie rinnovabili”.
Joaquin Phoenix – Golden Globe
Da “razzismo sistemico” e “lotta contro le ingiustizie” al cambiamento climatico. Joaquin Phoenix ha toccato anche questo argomento, stavolta ai Golden Globe, ringraziando gli organizzatori della serata per aver predisposto un menu 100% vegetale – l’attore di Joker è un vegano convinto – e sottolineando il legame tra gli allevamenti intensivi e l’inquinamento ambientale.
“THANKS TO…”
Non potevano mancare i ringraziamenti: ai colleghi, ai genitori, alla moglie, al fidanzato, ai figli… Chi più ne ha, più ne metta. Abbiamo perso il conto dei “thanks” detti nell’arco di quattro cerimonie di premiazione, ma due in particolare ci sono rimasti impressi nella mente:
Joaquin Phoenix – SAG Awards
Joaquin ha ringraziato gli altri attori in lizza per il premio di miglior attore protagonista, in particolare Leonardo DiCaprio, colui che “nei provini arrivava sempre in fondo e la spuntava su Phoenix”. Infine, Joker ha ringraziato… Joker: “Sono qui e mi reggo sulle spalle del mio attore preferito, Heath Ledger. Perciò grazie e buonanotte“. Un bellissimo omaggio a chi, come Phoenix, ha interpretato magistralmente la parte del villain della DC Comics.
Brad Pitt – SAG Awards
Forse, il ringraziamento più singolare che abbiamo sentito. Brad ha ringraziato i suoi compagni di set di “C’era una volta a… Hollywood”: “Leonardo DiCaprio, Margot Robbie, i piedi di Margot Robbie, i piedi di Margaret Qualley, i piedi di Dakota Fanning… sul serio, Quentin ha separato più donne dalle loro scarpe che la TSA – acronimo di Transportation Security Administration, l’organo statunitense dedito al controllo negli aeroporti -“. Insomma, il feticismo di Quentin per i piedi ha colpito ancora.
LA BROMANCE FRA BRAD E LEO
Ultima, ma non ultima, l’amicizia che non ti aspetti ma che, forse, c’è sempre stata e che si è nutrita della compagnia reciproca sul set di “C’era una volta a… Hollywood”. La battuta con cui Brad si rivolge a Leo, chiudendo il suo discorso ai Golden Globe, è stato forse il momento più spontaneo della stagione: “E comunque, io la zattera con te l’avrei condivisa”.