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Film per la fine del mondo

 

Dopo il sondaggio sul rientro al cinema (che faranno gli italiani?) abbiamo pensato di interrogare le persone sulla possibilità che il mondo finisca sul serio. Che film vedrebbero? Qualcosa di nuovo o un vecchio classico? 

 

Errata corrige. Sono passati 7 anni e mezzo da quel lontano 21 dicembre 2012, giorno in cui, stando all’interpretazione di una antica profezia Maya, sarebbe dovuto finire il mondo. Il 22 dicembre quando ci siamo svegliati, tutto là fuori era esattamente come prima, in compenso noi potevamo contare un post-sbornia in più.

Ma in questo 2020, già abbasta funesto di suo, uno giovane studente filippino dell’Università del Tennessee (combo quanto mai affascinante) ha pensato bene di twittare che nel calcolo originario erano stati persi alcuni giorni – per la precisione 11 ogni anno – e quindi la data doveva essere posticipata di 8 anni, ovvero il 21 giugno 2020. Ovvero oggi.

 

Un po’ di storia

La “fine del mondo” è uno di quegli hot topic che ciclicamente torna fuori nel corso dei secoli, non stanca mai, non passa mai di moda. Doveva essere l’anno 1000, poi il fondatore del Metodismo John Wesley giunse alla conclusione che la fine sarebbe arrivata il 18 giugno 1836; ci si mise anche Nostradamus che predisse per il settimo mese del 1999 l’avvento del “Re del Terrore” e non con scopi pacifici. E ancora LUI, il Millennium bug, il difetto informatico che alla mezzanotte del 31 dicembre 1999 avrebbe portato alla distruzione di ogni sistema operativo e alla conseguente fine della società umana. Dei Maya abbiamo già parlato ma non è finita qui: nientepopodimeno che Sir Isaac Newton – sì, quello della mela – ha stabilito, con un vero e proprio volo pindarico, che l’Apocalisse si verificherà nel 2060. Attendiamo con fiducia.

 

Questo film è la fine del mondo

E parlando di tematiche ricorrenti, va detto che il cinema, con la fine del mondo, ci è andato a nozze: dai disaster movie – Armageddon, The Day After Tomorrow – alle invasioni aliene – La Guerra dei Mondi, Independence Day; dalle Apocalissi zombie – Io sono leggenda, 28 giorni dopo – alle distopie post-apocalittiche – I figli degli uomini, The road. Poi c’è Von Trier che con Melancholia ha realizzato un film sulla fine del mondo che «Non è esattamente […] sulla fine del mondo, ma un film su di una condizione mentale», più precisamente uno stato depressivo, che colpisce la protagonista Justine, come ha colpito, nella realtà, lo stesso Von Trier. Non c’è suspense in Melancholia, il pianeta che da nome al film colpirà certamente la Terra, e non c’è nemmeno alcuna volontà salvifica, nessun piano dell’ultimo minuto, nessun eroe. C’è solo l’attesa, un precipitare degli eventi verso una dissoluzione inevitabile, che fa da contrappunto alla dissoluzione delle convenzioni e dei legami sociali.

 

L’attesa della fine del mondo, è essa stessa la fine del mondo

E proprio al concetto di attesa ci siamo ispirati per il nostro sondaggio – che come sempre ha preso in esame un campione che comprende tutte le fasce di età, reddito, geolocalizzazione, orientamento sessuale, orientamento politico e orientamento cinematografico – sulla fine del mondo: l’italiano medio che nel suo ultimo giorno di vita si troverà, come sempre, davanti ad uno schermo, che scelta farà? Cederà al sentimentalismo – caratteristica nazionale –  e deciderà di guardare per l’ultima volta il film del cuore? Oppure, in uno slancio eroico, opterà per la pellicola che non ha mai visto, quella eternamente nella lista dei da-vedere, il capolavoro consigliato da amici e parenti a cui viene sempre preferito Un Notte da Leoni?

Prevedibilmente la strada vecchia batte quella nuova.

 

 

Il 58,5% dei 65 cristiani che hanno dedicato il loro tempo alla nostra causa, ha infatti dichiarato che darebbe l’addio a questo mondo cavandosi gli occhi davanti alla pellicola preferita. E, ragazzi, ce n’è davvero per tutti i gusti.

A parimerito con il 5,3% – sì vuol dire 2 voti ciascuno, non sottilizziamo – delle preferenze troviamo: Blade Runner, American Pie, La Grande Bellezza e, inspiegabilmente, Moulin Rouge.

Tra i registi primeggia Tarantino, che nella classifica da-vedere-e-rivedere, ha in lizza ben tre film: Kill Bill, Le Iene e Django Unchained. Bene anche Kubrick con Full Metal Jacket e Shining.

In generale, per gli amici nostalgici, la commedia romantica (tra gli altri: Harry ti presento Sally, Notting Hill, Leoni al sole, 500 giorni assieme) vince sulla tragedia romantica (tra gli altri: I ponti di Madison Country, Via col vento, L’attimo fuggente). Meno male: almeno dipartire da questa vita con il sorriso sulle labbra.

Non mancano anche i fedelissimi del genere fantasy/avventura con pellicole quali Guerre Stellari, Il Signore degli Anelli, Ritorno al Futuro.

Gli eroi inossidabili? Massimo Decimo Meridio (ancora Ridley!) e William Wallace.

 

 

I temerari – il restante 41,5% – non ha dubbi: i film me-lo-sono-segnato-quando-riesco-lo-vedo sono: The Irishman (11,5%) – è il marketing bellezza – e, sorpresa sorpresa, Blade Runner (11,5%)! Segue, con il 7,6%, Parasite (davvero c’è qualcuno che non ha ancora visto Parasite???).

Ritroviamo anche Sorrentino, sempre con La Grande Bellezza, e Kubrick, con Arancia Meccanica.

Da questo lato della barricata il dramma primeggia (tra gli altri: Ancora un giorno, Il settimo sigillo, Tree of Life, L’ultima tentazione di Cristo). In effetti, a pensarci bene, c’è poco da stare allegri.

Si spera in una presa in giro da parte di chi ha risposto Una poltrona per due.

Evidentemente in vena di fare dello spirito invece chi ha indicato Chiara Ferragni – Unposted. Realisticamente potrebbe essere la scelta solo di Chiara Ferragni.

In molti obbietteranno a questo sondaggio affermando che c’è un unico modo di passare degnamente le ultime ore di vita: facendo del sano sesso. Beh, qualcuno che evidentemente ha già dato la sua causa per persa, ha inserito nella lista: Life After Porn, “che è un documentario che prende in esame, non solo la vita e le carriere di alcuni dei più grandi nomi della storia dell’industria dell’intrattenimento per adulti, ma ciò che è accaduto a loro dopo aver lasciato il settore e aver cercato di vivere la ‘normale’ vita che godono milioni di altri americani” (cit.).

 

 

Nel congedarci vi ricordiamo le parole di Albus Silente “Quando e se per voi dovesse venire il momento di scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile…” ecco, pensateci quando dovrete fare la vostra scelta.

Essere veneta di nascita e milanese di adozione già la qualifica, in generale. Laureata in Economia e gestione dei beni culturali, dopo un breve ma glorioso passaggio in una radio nazionale, si trova catapultata nel magico modo della Comunicazione. Lettrice onnivora qualche volta scrive, se capita anche di cinema.